Uno schema luce è una disposizione delle fonti di luce utile a “disegnare” una fotografia nel modo che più piace al fotografo.
Di seguito una descrizione dei metodi più utilizzati in studio, ma nulla vieta un tentativo di riproduzione in casa, specialmente se avete un bel garage appena pitturato di bianco. Preparate il pannello di polistirolo, si comincia:
Schema Split: per realizzare questo tipo di schema si pone una sola fonte d’illuminazione lateralmente, in modo da illuminare un’unica porzione di viso. L’effetto ottenuto è abbastanza duro ed è definito “split” poiché divide il volto a metà, illuminando una porzione e lasciando in ombra l’altra. Di molto effetto per realizzare ritratti in bianco e nero a sfondo scuro.
Schema Rembrandt: così chiamato perché riproduce il genere d’illuminazione prediletto dal noto pittore nei suoi ritratti. La fonte di luce (unica) va piazzata appena lateralmente al soggetto e leggermente al di sopra della linea del naso. L’effetto ottenuto mostrerà una porzione di viso illuminata, mentre quella in ombra sarà interrotta da un triangolo di luce sulla guancia, sotto l’occhio. È possibile schiarire la parte in ombra mediante l’utilizzo di un pannello riflettente.
Schema Butterfly: altro schema che prevede l’utilizzo di una sola fonte luminosa. In questo caso la luce viene posta frontalmente al soggetto e dietro la macchina fotografica, in alto. Il nome dello schema deriva dalla piccola ombra che va a crearsi sotto al naso del soggetto, e che ricorda una farfalla. Accentuate anche le ombre dell’arco sopraccigliare e del collo.
Schema con ring e fill sui capelli: questo genere di schema, decisamente più complesso, viene utilizzato principalmente nel settore della moda. Se lo sfondo è bianco, possono essere utilizzati due flash a esso dedicati, stessa potenza e stessa distanza, una a destra, l’altro a sinistra. Questo fa sì di garantire un’adeguata diffusione della luce con ombre molto morbide. Il fill sui capelli, utilizzato per dare maggiore tridimensionalità alla foto, si ottiene piazzando una fonte di luce frontalmente al soggetto ma più in alto; è leggermente più forte della luce principale (anche 2 stop di differenza) e crea una sorta di alone di luce attorno alla testa.
Schema sandwich con fill frontale: altro schema a più fonti, viene realizzato piazzando due luci a ¾ alle spalle del soggetto (ovviamente una a destra e l’altra a sinistra) con due bank posizionati alla stessa distanza fra di loro e leggermente più in alto rispetto al soggetto. Di fronte viene piazzata un’altra luce con 2 stop in meno, a scopo riempitivo. Schema interessante per il primo piano e il mezzo busto.